Asse cervello-intestino: una relazione a lungo termine
L’asse cervello-intestino è un argomento di salute che ha iniziato a suscitare interesse già dal 1880, quando scienziati e medici hanno colto una relazione tra il cervello e l’intestino, grazie ai batteri residenti nell’intestino.
Asse cervello-intestino: una comunicazione bidirezionale
Con il progredire della ricerca, sono emerse ulteriori prove di questa comunicazione bidirezionale che si intensifica nei periodi di stress. L’asse cervello-intestino è composto principalmente da tre vie: la via neurale (sistema nervoso enterico e nervo vago), la via neuroendocrina e la via immunitaria. L’intestino viene talvolta definito un “secondo cervello”, in quanto ospita il sistema nervoso enterico (ENS), una rete neurale costituita da 300 milioni di nervi che permette all’intestino di lavorare senza istruzioni dal cervello [Liang, 2018]. L’ENS controlla il sistema digestivo e svolge un ruolo importante nella peristalsi, nella secrezione e nella percezione del dolore.
L’asse cervello-intestino e il rapporto con il microbioma
L’asse cervello-intestino e il rapporto con il microbioma
L’intestino fornisce anche cibo e rifugio al microbioma intestinale. Con l’evoluzione delle tecniche di laboratorio e dell'”omica”, gli scienziati hanno ormai una migliore comprensione di questi microrganismi. Le prove attuali indicano che l’intestino e il suo microbioma lavorano insieme con effetti sull’immunità, le funzioni endocrine, le funzioni intestinali e la neurotrasmissione, e le evidenze continuano a moltiplicarsi. Ad esempio, recenti ricerche suggeriscono che una dieta ricca di grassi può avere un’influenza negativa sia sul microbioma intestinale che sul cervello. Inoltre, una dieta ricca di acidi grassi saturi può avere effetti dannosi non solo sul microbioma intestinale – caratterizzato da una minore diversità delle specie microbiche intestinali – ma anche sulla funzione cerebrale, inducendo un comportamento simile alla depressione [progetto MyNewGut].