Meccanismi d’azione

Meccanismi d’azione di CEREBIOME® sull’asse cervello-intestino

Gli effetti benefici di CEREBIOME® sono supportati da studi clinici, che mostrano una significativa diminuzione dello stress psicologico e dei suoi sintomi, come la rabbia-ostilità, in volontari stressati ma sani, e da diversi studi meccanicistici sugli animali, che mostrano effetti positivi della formula probiotica sui segnali comportamentali di ansia e depressione. Questi studi pionieristici hanno aperto la strada all’acquisizione di una migliore comprensione dei meccanismi d’azione.

  1. CEREBIOME® riduce il comportamento di tipo depressivo, come dimostrato in modelli di roditori. Tale riduzione é rilevabile come una normalizzazione del tempo di sepoltura associato all’ansia [Gilbert 2013] e un ritorno al normale tempo di interazione sociale con gli altri ratti, così come per il tempo di nuoto e di apprendimento [Arsenault-Bréard 2012].
  2. CEREBIOME® contribuisce a preservare la normale neuroplasticità e neurogenesi, come misurato da biomarcatori di caspasi e BDNF nei ratti [Girard 2009; Gilbert 2013; Malick 2015; Ait-Belgnaoui 2014; Mohammadi 2018].
  3. CEREBIOME® previene la neuroinfiammazione occasionale nel sistema limbico, come dimostrato nella regione cerebrale responsabile della risposta allo stress [Mohammadi 2018].
  4. CEREBIOME® riduce l’apoptosi nel cervello (la morte delle cellule che avviene normalmente durante la crescita), un processo che dipende dall’integrità del nervo vago [Malick 2015].
  5. CEREBIOME® riduce l’infiammazione intestinale dovuta allo stress, come misurato attraverso l’uso di biomarcatori [Arsenault-Bréard 2012; Malick 2015; Mohammadi 2018].
  6. CEREBIOME® migliora la permeabilità intestinale e diminuisce il dolore viscerale [Arsenault-Bréard 2012; Ait-Belganoui 2018]
  7. CEREBIOME® aiuta a normalizzare i livelli di dopamina e norepinefrina nel sangue nei ratti [Tillman, 2018] e ad aumentare i precursori dei neurotrasmettitori in ratti e uomini[Tillman 2018; Kazemi 2018]
  8. CEREBIOME® aiuta a mantenere corretti livelli di cortisolo, come osservato negli esseri umani [Messaoudi, 2010] e negli animali [Ait-Belgnaoui, 2014; Malick, 2015; Ait-Belgnaoui 2018]